Edvige testimone credibile del Vangelo

L’epidemia virale del Covid19 è riuscita a svuotare materialmente e fisicamente di fedeli le nostre chiese, ma la venerazione per la Beata Edvige Carboni è ugualmente riuscita a riempirle spiritualmente, tanto è l’affetto e la stima per questa donna, credibile testimone del Vangelo, icona della Passione di Cristo e vera gemma di santità.
Lunedì 4 maggio, padre Mauro Maria Morfino, ha voluto essere presente a Pozzomaggiore per celebrare la prima, storica memoria liturgica della Beata Edvige, che vi ebbe i natali nel 1880 e le cui spoglie mortali riposano nella chiesa parrocchiale dedicata a San Giorgio m. Pur se il covid19 ha mandato all’aria i progetti che il Movimento parrocchiale organizzava per rendere a tutti la data fruibile da ogni punto di vista, l’aspetto religioso non è stato per nulla trascurato. La parrocchiale era addobbata a festa e l’urna contenente le spoglie della Beata sistemata nel presbiterio tra lumi e fiori. Una novena trasmessa in diretta tramite la radio della parrocchia e la S. Messa celebrata dal parroco p. Antonio Annecchino dalla pagina parrocchiale di Facebook hanno raggiunto e preparato i devoti della Beata ad accogliere in festa la giornata del 4 maggio, giorno del battesimo di Edvige e giorno della memoria liturgica fissata dalla Congregazione del Culto divino e la disciplina dei sacramenti.
Questo è decisamente un periodo di festa per Pozzomaggiore: oltre questa data, il 2 di maggio si è ricordata la data di nascita di Edvige, ma si avvicinano pure la data della traslazione delle spoglie della Beata, segnata al 25 di maggio e il primo anniversario della solenne cerimonia di beatificazione, fissata al 15 del mese di giugno. La Messa presieduta da padre Mauro, tramite i media, è potuta arrivare non solo in tutta la diocesi di Alghero-Bosa e nell’intera isola, ma anche in tante parti della penisola. Forse del mondo, in quanto è risaputo che i fedeli della Beata vivono anche fuori dei confini italiani. La celebrazione del 4 maggio, nonostante la presenza di pochissime persone è stata comunque particolarmente toccante e solenne. Padre Mauro, al momento del saluto d’ingresso ha detto di voler essere «idealmente unito alla comunità di Pozzomaggiore, a tutta la diocesi, all’intera Chiesa per ringraziare il Signore per il segno potente e dolce di questa donna che ci è stata donata e per chiedere la sua intercessione». All’omelia ha voluto poi sottolineare di essere presente a Pozzomaggiore, non tanto perché è dovere del vescovo, ma di esservi stato spinto «con una particolare intensità interiore per avere qui, nella nostra terra, nel cuore della diocesi una testimone credibile del Vangelo, un grande dono, bello e luminoso di vita evangelica da cogliere per noi attraverso il prisma della Parola di Dio, che illumina il nostro cammino, dà senso alla festa che stiamo vivendo e dà un senso ancora più spalancato a quello che stiamo vivendo col momento storico, estremamente complesso per molti, durissimo per tutti e molto difficile da vivere e la parola del Signore, che illumina questo orizzonte, e che presenta qui, in filigrana, l’esperienza umana e di vita discepolare di Edvige è di obbligo; Gesù si presenta come l’Amen, come il sì definitivo di Dio all’umanità». Se c’è poi qualcosa che Edvige ha consegnato a noi nella sua esperienza umana è la coerenza della vita, quasi inaudita, mai venuta meno, soprattutto se si pensa al frangente che l’ha vista calunniata, incompresa e perseguitata al punto da essere accusata al vescovo. La Beata ha dato un credito così elevato al Signore che bussava alla sua porta da poter essere così capace di salire la scala dei valori del Vangelo, con sempre Gesù all’apice di tutte le sue considerazioni. La festa – ha detto p. Mauro – è inevitabilmente legata alle nostre espressioni umane, e se pur sotto tono per il difficile periodo che si vive, la vera festa c’è ugualmente: è questa donna, ostensa, presentata a tutti. La Beata ha seguito costantemente il binario su cui scorre la vita cristiana: rimanere nella parola del Signore e credere a Gesù; ed inoltre donarsi amore vicendevolmente. Edvige è rimasta sempre intimamente unita come un tralcio alla vite, nutrendosi della linfa data da Gesù; si è lasciata curare e potare perché la linfa in lei fosse sempre presente.
Hanno concelebrato col vescovo il parroco Padre Antonio Annecchino e don Giampiero Piras. Presente il sindaco di Pozzomaggiore Mariano Soro e cinque componenti del “Comitato Edvige Carboni” che hanno animato la S. Messa come lettori e cantori.
Con la speranza che ai fedeli sia presto data la possibilità di un quasi normale rientro nelle chiese, i prossimi appuntamenti a Pozzomaggiore per i devoti della Beata Edvige Carboni, sono fissati per lunedì 25 maggio alle ore 18.00 e per lunedì 15 giugno.

Ernesto Madau

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